L’eccellente vita di David Robilliard

di Manfredi Beninati

Nel 1988, anno della sua morte, il giovane artista e poeta David Robilliard ha selezionato 100 delle sue poesie e le ha raccolte sotto un titolo che è un manifesto di amore per la vita: Life isn’t good, it’s excellent. Lo ha fatto, verosimilmente, nella speranza che qualcuno, dandolo alle stampe, ne facesse il suo testamento morale. Quel qualcuno – com’era forse prevedibile – saranno i cari Gilbert Prousch e George Passmore (in arte Gilbert & George, o più semplicemente G&G) suoi affiatati mentori, intimi amici e già editori del suo primo libro, Inevitable nel 1984.

Sebbene io non abbia mai avuto la sorte di incontrarlo, in qualche modo è come se lo avessi conosciuto, giacché, avendo frequentato G&G per qualche tempo, ho sentito tanto parlare del loro compianto giovane amico.


Il nostro David

David Robilliard era la persona più dolce, gentile, irritante, artistica, scurrile, spiritosa, sensuale, affascinante, bella, premurosa, infelice, amorevole e amichevole che abbiamo mai conosciuto. Nel corso dei nove anni della nostra amicizia David è stata la persona a noi più vicina. Vivrà per sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti. (…)

Gilbert and George


So che si conobbero in un ristorante. Non ricordo quale ma certamente doveva trattarsi di un gran bel ristorante dato che sia G che G erano (e spero lo siano ancora) oltre che due buone forchette anche due raffinatissimi esteti, amanti del bello e dell’autentico.
Il giovane David che quella sera li aveva serviti al tavolo, prima che i due andassero via volle esprimere l’infinita ammirazione di un giovane artista verso due grandi decani facendo loro dono d’una bottiglia che gli valeva mezzo stipendio almeno. Quel gesto gli fruttò da subito un posto nel cuore delle due icone (famose per l’iconoclastia) dell’arte britannica. Anche loro erano stati giovani artisti squattrinati, infatti, e sapevano dare il giusto valore a certe cose. L’ammirazione divenne un sentimento reciproco in quell’istante preciso. Eccetera eccetera.

Oggi che – rovistando nelle scatole in soffitta – ho ritrovato il libro in questione, mi sono riaffiorati questi ricordi e tanti, tantissimi altri. Per esempio che quando G&G me ne facevano dono sbottai a ridere non appena lessi il titolo. Non per altro ma soltanto perché quel Life isn’t good. It’s excellent era – grosso modo – la frase con cui stizziti mi riprendevano tutte le volte che al loro “how are you?” o “how is life?” (come va la vita?) rispondevo con un “not too bad” (potrebbe andar peggio) o simile. “Non fare come quelli” – mi dicevano riferendosi ai bengalesi di Brick Lane, grandi musoni – “Devi sempre rispondere eccellente!meravigliosamente!…” – o simile.

Regalandomi questa copia , probabilmente, G&G volevano dirmi “sii anche tu come lui. Sii dignitoso, ottimista e amabile“. L’ho capito soltanto oggi.

Ora, al di là del valore letterario delle poesie che contiene – comunque di piacevole lettura – questo libro è una fotografia di un momento di grande fervore della nostra storia recente, i cui eroi – diciamo cosí – navigavano a vista. Una sorta di rinascimento del futurismo marinettiano che aveva avuto inizio proprio in inghilterra con il movimento punk. Un bel cimelio, insomma.


Descrizione: 100 poesie di David Robilliard pubblicate da Gilbert & George alcuni anni dopo la sua morte.

Titolo: Life isn’t good It’s excellent
Autore: David Robilliard

Editore: Gilbert&George
Numero pagine: 114
Rilegatura: Brossura
Dimensioni:  cm 15,3×21,7
Tiratura: 1500 copie

Anno: 1993

ISBN: 0950969346