Qualche tempo fa un conoscente m’ha chiesto di fargli il nome di un grande fotografo. “Facile – gli ho risposto – Berengo Gardin. È il fotografo che in questo periodo amo di più.”
Qualche giorno fa, lo stesso conoscente m’ha scritto per informarmi d’avere trovato un catalogo di “Berengo Gardin il fotografo che mi hai suggerito”, come se fosse un fatto straordinario. Come se non fosse per niente facile trovarne, di libri di (o su) Gianni Berengo Gardin.
La nostra brevissima “conversazione” è andata così:
Ne sto parlando qui perché nel giro di neanche un mese, questa è la seconda volta che qualcuno mi parla così di “sto fotografo”. L’epiteto usato dall’altra persona era certamente un po’ meno sprezzante, ma altrettanto denigratorio.
E mi chiedo come possano questi due, entrambi “artisti” ed entrambi prodotti di accademia, non vedere nelle sue fotografie quello che ci vedo io: un gran senso dell’ironia unito a un grandissimo senso della composizione, innato, mai artificioso. Intendiamoci, non che io voglia ergere la mia opinione su Berengo Gardin a verità assoluta, ma da qui a chiamarlo “mongolo” ce ne passa. Eccome!
E allora… faccio una carrellata di immagini per spiegarmi meglio, perché le immagini parlano sempre più chiaramente delle parole. Non ci perderò la vita a sceglierle. Scaricherò le prime 10 o 20 che appaiono sul motore di ricerca e, semmai le correderò di qualche didascalia.
Eccole:

La signora imperlata non è per niente contenta di dover condividere il posto con una sconosciuta

“Buongiorno Mondo!”

“Buongiorno anche a voi. E buon lavoro!”

Questa strada è un nastro. E si sta sollevando

Quattro gambe in attesa che succeda qualcosa

Qui c’è un gigante che vuol mettere nel sacco due giovani donne che ignare stanno parlando del più e del meno. Più in là, poi, c’è un uomo che invece di intervenire fotografa per aria, e altre cose ancora…

Qui c’è una nave che ha sbagliato strada e prova a fare una complicata retromarcia in una zona piuttosto affollata

“Tranquillo. Andrà tutto bene!”

Mondo enigmistico. C’è un Magritte con dentro un uomo che legge il giornale. La cosa non quadra all’ufficiale. Vorrà vederci chiaro.

Mani abbandonate

Miopia?

Lezione di ballo

“Solo noi due”

“Tre, forse quattro…”

“Tre. Per il momento…”

“Dovevamo girare prima…”

“Di nuovo qui! … Proviamo l’altra traversa”
La vita è un rompicapo
“Quando avevo la tua età, qui era pieno di bambini…”

“Dove siete finiti?”

“Dove si va?” “Boh!”

“Ehi! Non qui!”
Copyright ©: Tutti i diritti sulle immagini riprodotte in quest’articolo sono dell’autore o del legittimo proprietario. L’immagine di copertina è un ritratto di Berengo Gardin opera di Walter Miglio.