Nuova Enciclopedia: «Abat-jour»

Nel 1941, su invito di Giò Ponti, Alberto Savinio (Atene, 1891 – Roma, 1952) inaugura sulla rivista «Domus» la rubrica Nuova enciclopedia, le cui voci alimenteranno il libro omonimo, apparso postumo nel 1977 e che Savinio presenta così: «Sono così scontento delle enciclopedie, che mi sono fatto questa enciclopedia mia propria e per mio uso personale. Arturo Schopenhauer era così scontento delle storie della filosofia, che si fece una storia dlla filosofia sua propria e per suo uso personale.»

La seconda voce della Nuova enciclopedia è Abat-jour.


« ABAT-JOUR. Prima voce del Dizionario di Esotismi di Antonio Jacono (Casa Editrice Marzocco, Firenze). Per la verità, in Italia io ho sempre sentito dire paralume. A scienza mia, una sola volta la voce abat-jour ha offeso il nostro idioma, nell’immediato dopoguerra, in una canzonetta che cominciava così:

Abat-jour che diffondi tua luce blu.

Da notare la soppressione dell’articolo in « che diffondi tua luce» di panziniana eleganza. Per le parole straniere importate in Italia, ho l’esempio di mia suocera, nativa di Magliano de’ Marsi. Mia suocera dice pitigrì e grogrè, ignorando perfettamente il francese e senza associare pitigrì a petit-gris, né grogrè a gros-grain. Per mia suocera, nativa di Magliano de’ Marsi, pitigrì e grogrè sono parole di assoluta italianità, come tavola, padre, anima. Quando s’ignora il male, il male non è.

Interessante è cercare le ragioni che introducono presso noi certe parole straniere. Quasi sempre sono ragioni psicologiche. Conosco signore che dicono renard e lapin, e non direbbero volpe e coniglio. Richieste del perché, non mi hanno risposto precisamente, essendo donne, ma ho egualmente capito che la parola straniera (intendi: viva come suono ma incomprensibile come significato) stacca la voce dalla sua significazione materiale, e la assume in una specie di cielo mitico.

Un nostro poeta, ora accademico, mise in una sua poesia giovanile un verso francese di significato osceno. Gli domandai perché avesse scritto quel verso in una lingua straniera, mi rispose che lo aveva fatto per mascherare l’oscenità. Siamo alle solite: si capovolge l’A per nascondere il bue, si dice lapin per nascondere il coniglio. »


Descrizione: « Elusivo, inafferrabile, frivolo e coraggioso come Ulisse, Savinio è un profugo, un favoleggiatore, un esule, un estraneo: questa affollata Nuova Enciclopedia è un libro desolatamente solitario, felicemente solitario. Ilarità e angoscia inseguono il profugo, lo incalzano, vogliono che egli racconti. (…) » (G. Manganelli)

Titolo: Nuova enciclopedia
Autore:
Alberto Savinio

Editore: Adelphi
Numero pagine:
401
Rilegatura:
Brossura
Dimensioni: cm 12,5×19,5

Anno: 2017 (prima edizione 1977)
ISBN: 9788845931543